Lo strumento della Segnalazione delle Operazioni Sospette (SOS) per il contrasto alla criminalità organizzata

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Negli ultimi trent’anni la lotta nei confronti della criminalità organizzata si è orientata verso nuovi orizzonti. Cosa Nostra aveva dimostrato che le ramificazioni territoriali erano solo un parziale parte di un impero che si estendeva oltre la Sicilia ed i confini nazionali. Questa complessa stratificazione richiede l’utilizzo di una nuova dottrina capace di guardare i flussi economici all’interno di una vasta “zona grigia” nella quale si anela la proliferazione mafiosa. A partire dalla metà degli anni 90’, il contrasto alla criminalità ha iniziato a guardare al fenomeno del riciclaggio di denaro mediante il ricorso all’invenzione del sistema informatico di segnalazione delle operazioni sospette (SOS). Tale sistema si è dimostrato all’avanguardia e fondamentale consentendo di raccogliere e analizzare dati rilevanti per le indagini. Il ricorso al SOS. seppur solo parzialmente, ha permesso di poter ricostruire le attività economiche e finanziarie della malavita, quest’ultime spesso ancorate ai colletti bianchi ed esperti di settore aventi l’intenzione di occultare in modo sempre più sofisticato e tecnologicamente avanzato i flussi di denaro provenienti da attività illecite. Un importante elemento di proliferazione della criminalità finanziaria ha potuto beneficiare di un bacino di persone non legate direttamente all’organizzazione ma comunque incline ad un comportamento deviante ed evasivo delle norme per l’ottenimento di un profitto economico o personale. In merito a quanto detto in precedenza diventa ancor più necessario che la popolazione venga sensibilizzata all’educazione civica ed al rispetto della legalità. Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi di esperti del settore, quali ad esempio il Dott. Emmanuele Di Fenza, che hanno mostrato la necessità di rafforzare lo strumento delle segnalazioni delle attività sospette. Tale bisogno diventa ancor più indispensabile se si tengono in considerazione determinati fattori di rischio che negli anni non hanno reso a pieno sufficiente l’operato dell’SOS. In particolare occorre sensibilizzare al concetto della “segnalazione”. Ad oggi i dati di segnalazioni delle sospette sono ancora insufficienti per poter svolgere un’efficace azione di contrasto alla criminalità. Va altresì aggiunta la necessità di incrementare una specializzazione delle risorse operanti nel settore in direzione multidisciplinare permettendo di rafforzare l’interazione dell’intelligenza umana ai sistemi informatici. Questo permetterebbe di poter agire anche in aree meno attenzionate della lotta alla criminalità organizzata, ponendo maggior riguardo all’utilizzo improprio delle organizzazioni senza scopo di lucro per il finanziamento del terrorismo. Un ulteriore aspetto, che dovrebbe essere maggiormente attenzionato, riguarda il sistema degli appalti dove la “tangente mafiosa” è stata più volte riscontrata all’interno dei costi tecnici post assegnazione. Questo è stato possibile dalla poca trasparenza della titolarità effettiva di chi si aggiudica l’appalto. L’indicazione obbligatoria del titolare effettivo potrebbe rappresentare un’importante volano per eliminare una cospicua fetta di guadagno della criminalità. Infine la lotta alle organizzazioni criminali, per poter essere completa, dovrebbe rafforzare la tenuta del sistema integrato di vigilanza sull’attività di segnalazione delle operazioni sospette e allo stesso tempo cercare di potenziare gli strumenti dell’azione penale e di confisca. In questo modo potremmo avere una visione completa e aggiornata delle future sfide che la lotta alla criminalità organizzata si troverà ad affrontare nell’era digitale.

 

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