Libro “Italiani d’Argentina – Storia della nostra emigrazione in Argentina nei secoli XIX e XX”

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La storia dell’Argentina moderna è stata fortemente permeata dalla presenza degli immigranti europei e tra questi quelli italiani hanno avuto un ruolo rilevante sin dai tempi delle scoperte e delle esplorazioni geografiche del XVI secolo. Il fenomeno dell’emigrazione si accentua dalla metà del XIX secolo con l’arrivo di centinaia di migliaia di uomini e donne che lasciano l’Italia alla ricerca di una vita migliore, dando inizio ad un processo di trasformazione e reciproca influenza tra le culture che ancora oggi sono facili da riscontrare nella vita quotidiana, nel linguaggio, nelle abitudini alimentari ed in molti altri comportamenti e aspetti peculiari degli argentini. Il fenomeno si è poi invertito alla fine degli anni novanta a seguito della crisi economica argentina, con la ricerca disperata da parte di molti oriundi di terza o quarta generazione di un documento che potesse provare le origini italiane, permettendogli in questo modo di risiedere legalmente e quindi poter lavorare in Europa, percorrendo al rovescio la strada dei loro antenati. L’evento migratorio verso l’Argentina è stato qualcosa di molto singolare e forse unico nel mondo, considerando che è molto difficile riscontrare in un altro paese un’influenza così forte da parte dei nostri immigrati. Oggi in Argentina risiede una comunità di italiani tra le più importanti del Sud America, quantizzabile secondo gli ultimi dati in più di 1 milione di persone, mentre gli oriundi sono più di 15 milioni. Il libro, prende spunto dalla tesi di laurea in Scienze Politiche di Caio Mussolini.

“Ero attratto e incuriosito dalla storia di emigrazione della mia famiglia; il mio bisnonno materno era emigrato a Buenos Aires a principio del 1900, mio nonno Vittorio e il padre sono emigrati in Argentina dopo la guerra, mia madre era argentina e io stesso sono nato in quel paese” e ha deciso di studiarla in maniera più approfondita. Il libro “Italiani d’Argentina” che ha recentemente presentato in Argentina, offre una visione d’insieme del fenomeno delle migrazioni italiane in Argentina, ed evidenzia l’influenza, sia positiva che negativa, esercitata dai nostri connazionali durante il XIX e XX secolo nei diversi settori della società: quello industriale e operaio, sindacale, dell’agricoltura, politico, l’architettura (incredibilmente a Buenos Aires è stato costruito nel 1923 Palacio Barolobasandosi sulla Divina Commedia di Dante. L’edificio si compone infatti di tre parti, corrispondenti all’inferno, purgatorio e paradiso, con in cima un faro che rappresenta metaforicamente l’empireo!), quelli culturale, artistico e linguistico (come il caso del “cocoliche” e del “lunfardo”, da cui derivano parole d’uso comune come pibe, minga, feta, tano o laburo), lo sport finanche all’associazionismo. Partendo proprio dalle ragioni che hanno favorito l’emigrazione dal nostro paese verso l’estero, e i motivi storici e sociali che invece hanno favorito l’immigrazione proprio in Argentina,il libro si propone anche di confutare con fonti bibliografiche e ricerche storiche, l’idea che i nostri connazionali venissero accolti con le braccia aperte e senza problemi. In Argentina, come in tutti gli altri paesi dove approdavano gli emigranti, non era così. Invero la vita di molti dei nostri connazionali era invece caratterizzata da grandi sacrifici, lotte, sofferenze e anche da speranze deluse e fallimenti. Inoltre, contrariamente a quanto si pretende di far credere oggi, nessuno gli regalava nulla né tantomeno loro lo pretendevano. La storia evidenzia inoltre, che le politiche riguardanti l’immigrazione in Argentina a partire dal 1820 circa erano gestite a livello centrale dai vari governi succedutisi e frutto di precise scelte, dettate dalla realtà sociale, demografica, geognafica e le necessità di crescita e sviluppo del paese. Si gestiva l’immigrazione invece che subirla, e si pianificava chi poteva entrare in base alle competenze, professionalità e finanche il paese di provenienza. Il risultato finale è che in Argentina possiamo trovare le caratteristiche di una nazione globalizzata “ante litteram”, dove convivono da due secoli persone di nazionalità, razze, culture e religione diverse in modo abbastanza tranquillo. È un paese che è stato contraddistinto sino agli anni ottanta da una forte mobilità e pochi vincoli aprioristici per la scalata delle classi sociali, disponendo di ottime scuole e università statali che facilitavano il raggiungimento di aspettative anche elevate. L’Argentina di oggi è il frutto dell’immigrazione, e l’immigrazione è la sommatoria di milioni di storie individuali di persone che hanno scelto per diversi motivi di abbandonare il proprio paese per radicarsi in quelle terre lontane. Gli italiani in due secoli, sono riusciti con i loro comportamenti quotidiani, usanze e abitudini a influenzare lo stile di vita argentino, facendone un paese unico nel mondo.

E il libro che parla del passato, pone anche interessanti spunti di riflessione per il presente e il futuro. In un mondo dove regna il “politically correct” e la “cancel culture” con effetti spesso deleteri, avrebbe senso adattare il pensiero di D.F. Sarmiento come lui lo fa nella sua opera Facundo per affrontare il problema demografico/migratorio come una dicotomia civilizzazione/barbarie in chiave moderna? Elementi questi che potrebbero contribuire ai dibattiti in corso in merito all’immigrazione e agli immigrati di cui abbiamo bisogno per alleviare il problema demografico, che ci attanaglia da oramai trent’anni. Oltre a fare conoscere meglio ciò che i nostri predecessori, talvolta in maniera del tutto inconsapevole con i loro grandi sacrifici sono riusciti a fare in quel paese, e come con le loro abitudini hanno condizionato il modo di vivere degli argentini, il libro fornisce elementi di analisi e valutazione sui fenomeni migratori in atto e le potenziali conseguenze future, stimolando ad esempio, la necessità di dibattere su iniziative che favoriscano il ritorno in Italia dei figli, nipoti o pronipoti dei tanti emigranti italiani sparsi in tutto il mondo.

Biografia

Caio Mussolini è nato in Argentina. Ha trascorso l’infanzia e adolescenza tra l’Italia e il Venezuela dove si è diplomato. Nel 1986 è entrato nell’Accademia Navale di Livorno. Successivamente è stato imbarcato come sommergibilista, sino a giungere al comando navale nel 1998. Dopo il congedo, dal 2002 ha lavorato come dirigente nel settore della difesa e sicurezza in Italia, paesi del Golfo e Latino-americani. È laureato in Scienze Navali e Marittime presso l’Università di Pisa e in Scienze Politiche presso l’Università di Trieste. Parla correttamente l’inglese e lo spagnolo. Collabora con il mensile Primato Nazionale con la sua rubrica “Dritto e sicuro” e con Difesa Online, Asian Defence Technology ADT, Nation Shield, Infodefensa e altre testate su temi di geopolitica e militari. È membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Stato e Partecipazione di Roma.

Per informazioni in merito al libro e presentazioni scrivere a: ItalianosdeArgentina@gmail.com

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